giovedì - 21 Novembre - 2024
More

    Arriva la proposta di Legge che non piace a grandi e piccini: multe per i genitori dei bambini che usano troppo lo smartphone

    La proposta di legge presentata in Parlamento mira a regolamentare il fenomeno in modo piuttosto rigido, con divieti assoluti di avvicinarsi a questi dispositivi per i più piccoli, e altre restrizioni d’uso per i ragazzi fino ai 12 anni. Tra i dubbi, anche le modalità attraverso le quali assicurarsi che l’eventuale legge possa essere rispettata.

    Quello dell’utilizzo dello smartphone da parte dei più piccoli è un tema particolarmente discusso in molti Paesi, che negli scorsi mesi ha provocato un acceso dibattito anche in Italia. In queste ore è nata una proposta di legge che mira a regolamentare il fenomeno in modo piuttosto rigido, con divieti assoluti di avvicinarsi a questi dispositivi per i più piccoli, e altre restrizioni d’uso per i ragazzi fino ai 12 anni.
    Sanzioni fino a 1.500 euro

    - Advertisement -

    La proposta di legge è stata presentata alla Camera dei deputati e arriva dai relatori De Giorgi, Fioramonti, Ianaro, Palmisano, Papiro, Vizzini e Lombardo – un fronte parlamentare comune formato da eletti del Movimento 5 Stelle, alcuni dei quali poi fuoriusciti. All’interno si propongono quattro fasce di restrizione si parte da un divieto assoluto di utilizzo nei primi 3 anni di vita, seguito da concessioni graduali negli anni successivi: da non più di un’ora al giorno per i bambini dai 4 ai 6 anni; non più di tre ore al giorno per i bambini dai 6 agli 8 anni, e infine non più di quattro ore giornaliere nella fascia di età dai 9 ai 12 anni. In ogni caso – si legge nella proposta – prima dei 12 anni l’utilizzo di smartphone e tablet da parte dei bambini essere sempre supervisionato e gestito dai genitori o da chi ne fa le veci. Per questi ultimi sono previste multe che possono partire da un minimo di 300 euro ma arrivare a un massimo di 1.500 euro.

    I dubbi

    La proposta è sicuramente destinata a far discutere, per diversi motivi. Il primo è il fatto che, di fianco alle condivisibili preoccupazioni sullo sviluppo psicologico dei bambini, figurano anche studi già confutati dalla comunità scientifica internazoinale sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici. L’altro punto da chiarire in fase di discussione saranno le modalità attraverso le quali assicurarsi che l’eventuale legge possa essere rispettata: controllare che i bambini utilizzino smartphone e tablet osservando i tempi stabiliti non è infatti possibile, neppure con gli strumenti analitici integrati all’interno dei dispositivi.